Gli studenti dell’ITSAS a Istanbul per il progetto europeo Leonardo Aiet sull’inclusione sociale.
Una classe vola ad Istanbul e il viaggio si trasforma in scoperta diventando momento di crescita e di condivisione. Gli alunni della 4DAS, accompagnati dalle insegnanti Alessandra Gavagni, coordinatrice del progetto europeo Leonardo “Aiet” sull’inclusione sociale, e Alessandra Ciofini, referente del sostegno, hanno partecipato ad una visita di studio emozionante ed unica che rimarrà scolpita per sempre nei loro cuori.
Alice Milaneschi: Ad Istanbul abbiamo vissuto una bella esperienza. In alcuni momenti anche molto forte. Ci ha aiutato ad unirci come classe e a conoscere nuove persone. Abbiamo migliorato le nostre competenze in inglese cercando di sfruttare ogni occasione per parlare con gli studenti provenienti dalla Svezia, dalla Polonia e con i professori e gli studenti turchi che ci hanno accolto.
Antonio Mulas: La mobilità ad Istanbul è stata una esperienza coinvolgente che ci ha maturato da un punto di vista psicologico ed umano. Il contatto con gli altri ragazzi “diversamente abili” ci ha fatto capire che siamo tutti sotto lo stesso cielo, e che possiamo costruire un mondo migliore con la nostra partecipazione e la volontà di aiutarci e sostenerci.
Matteo Vitale: Il viaggio è stato per me un vero successo perchè mi ha permesso di osservare da vicino ed entrare in contatto con persone di cultura diversa, con cui sono riuscito a condividere idee, esperienze, momenti di amicizia. Gli ambienti scolastici erano accoglienti e sono entrato in contatto con ragazzi disabili e scuole speciali. L’esperienza mi ha sensibilizzato verso il tema dell’inclusione sociale e della solidarietà.
Carmen Renzo: L’aspetto che mi ha colpito di più del viaggio ad Istanbul, oltre ai luoghi meravigliosi, è stato sperimentare la dura realtà di tanti bambini e ragazzi che affrontano prove difficili ogni giorno. Trovo positivo il fatto di inserire giovani in scuole specializzate per promuovere apprendimenti e competenze per favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro. Ho notato un’accoglienza calorosa e forte nei confronti degli ospiti, che mi ha colpito positivamente.
Katrin Kawena: Il Viaggio a Istanbul mi ha fatto conoscere e scoprire nuovi aspetti sia miei che del mondo che mi circonda. Mi sono trovata di fronte a crude realtà, usi e costumi differenti dal quotidiano, nuove conoscenze che mi hanno reso più sensibile e anche migliore.
Gersalda Aliaj: Con questo viaggio ho capito che scuse come “loro sono diversi da noi” oppure “Non parliamo la stessa lingua” sono solo giustificazioni per chi non desidera conoscere, perché io ho incontrato persone davvero fantastiche e molto più simili a me di quanto pensassi. Avere la possibilità di confrontarmi con ragazzi e bambini affetti da autismo mi ha fatto capire che mondo stupendo è il loro: un mondo fatto di gioia e spensieratezza in cui un abbraccio può dare tanta felicità. Credo che tutti noi abbiamo solo da imparare da persone così.
Andrea Del Treggia: Questa esperienza mi ha cambiato e mi ha fatto riflettere sul significato della vita e a guardare oltre le apparenze. Ho capito che, nonostante abbiamo tutto spesso non riusciamo ad essere sereni mentre ho visto bambini che, anche se hanno problemi di salute, non hanno per questo perso il sorriso che a noi a volte manca. Ringrazio i professori, i partner svedesi, polacchi e turchi e i miei compagni di classe che hanno condiviso questa avventura che rimarrà nel mio cuore. Un abbraccio e un caloroso saluto a tutti.
Valentina Guardascione: Trovo che questo viaggio mi abbia lasciato un bagaglio di emozioni ed esperienze incredibili. Stare a contatto con bambini e ragazzi affetti da problemi fin dalla nascita, ma con una grande energia, ci ha insegnato che piccoli gesti come un sorriso, una parola sono importanti. Il viaggio ad Istanbul mi ha aiutato a crescere e a maturare, a mettere in pratica conoscenze e competenze. Un’esperienza forte, intensa, affascinante.
Matteo Mazzieri: Istanbul è una città davvero speciale, piena di etnie differenti, di borghi, di strade e vicoli, ed è il punto d’incontro tra oriente e occidente. In questa “melting pot” ho potuto ammirare fantastiche opere d’arte e una cultura speciale degna di un paese da ammirare. Le nuove conoscenze, esperienze, forme d’arte che ho ammirato non solo hanno sottolineato ancor di più il mio desiderio di girovago del mondo, ma di quanto sia importante l’amicizia, anche tra persone tanto diverse per cultura, religione, stili di vita. Tutti noi dobbiamo mettere da parte futili pregiudizi per abbracciare nazioni diverse e ammirare il loro splendore, come questa gigantesca metropoli che al tramonto col Bosforo sullo sfondo diviene uno spettacolo sia per gli occhi che per il cuore.
Emanuele Capacci: Questo progetto consisteva in un gruppo di persone della nostra scuola e di altri paesi dell’Unione Europea che sono andate a visitare scuole speciali per studenti diversamente abili. E’ stato molto interessante e mi ha entusiasmato.
Bryan Roggi: Il viaggio che abbiamo fatto a Istanbul è stata un’esperienza quasi unica nel suo genere.
Prima di partire avevo la testa piena di idee e stereotipi ma, dopo essermi trovato fisicamente là, si sono rivelati sbagliati. I ragazzi delle scuole sono stati sin da subito aperti nei nostri confronti; abbiamo parlato e ci siamo confrontati su molti temi. Continuo ad essere in contatto con alcuni di loro: parliamo della nostra vita, ci inviamo foto del nostro paese. Istanbul è una città tra le più belle che abbia mai visto.